lunedì 10 marzo 2014

Presentazioni del vecchio, scrittura del nuovo. E... una maledizione?

Lettura di Di me diranno che ho ucciso un angelo
accompagnata dal suono del santur.
Settimana impegnativa e un po' delirante, quella che è cominciata ieri a Lecco, al Ristorante persiano Cardamomo. La lettura del romanzo accompagnata dal suono magico del santur, tipico strumento musicale persiano, è stata un'esperienza indimenticabile.

Ecco una foto e... a breve, se siete curiosi, potrete vedere qualche video, che sarà caricato sul canale Youtube, Gisella Laterza.

Stasera, inoltre, come avevo annunciato la scorsa settimana, si continua con le presentazioni: l'appuntamento è a Fiorano al Serio (BG), ore 18.00, all'interno di una rassegna di aperitivi con l'autore organizzata in collaborazione con la Trattoria del Sole.

Parlando invece del blog, questa settimana Agave delle cosa vaganti vedrà finalmente la recensione di Angelize, di Aislinn e settimana prossima ci sarà una piccola sorpresa che riguarda sia Aislinn che Luca Tarenzi (autore di God Breaker). Ecco, come si dice? Restate sintonizzati e ne vedrete delle belle!


Infine l'ultima novità è che ho cominciato a scrivere.
UN ROMANZO.
NUOVO.
Molto diverso da qualsiasi cosa io abbia mai scritto.
Molto divertente e bello lavorarci.
Mi sento sempre così, quando inizio un nuovo progetto: elettrizzata e incontrollabile. E quando comincio a scrivere, quando le prime parole si formano sulla pagina, mi sento felice.
Poi  mi accorgo che ho scritto qualcosa di molto malinconico. Sarà una maledizione, questa? Scrivere di passioni incomplete, di malinconie sorde e striscianti, anche quando mi sento così vergognosamente felice?
Agave

2 commenti:

  1. È sempre preferibile un'infelicità consapevole, alla felicità della quale si ignorino le cause. L'unica felicità della quale vergognarsi è quella che si nutre delle infelicità altrui. Il fatto che la lunga via verso la perfezione di sé sia sempre priva di precise indicazioni, non significa che sia vietato gioire del panorama... solo per la presenza di nuvole grige all'orizzonte ;)

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  2. Grazie per il commento così profondo e così ricco di spunti di riflessione, Massimo.
    Per quanto mi riguarda, finora la mia felicità è consapevole (so che cosa e chi mi rende felice), ed è quando mi capita di essere triste che non so trovarne la ragione. Ma non so se sia preferibile il contrario.
    Condivido completamente, invece, la tua frase finale: "Il fatto che la lunga via verso la perfezione di sé sia sempre priva di precise indicazioni, non significa che sia vietato gioire del panorama... solo per la presenza di nuvole grige all'orizzonte ;)".

    p.s.: piccola ma forse necessaria precisazione: "vergognosa felicità" era una citazione di Linus (Peanuts). Non considero mai felicità un sentimento che si nutre delle infelicità altrui. :)

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