mercoledì 29 gennaio 2014

[Recensione] L'età sottile

Eccoci qui. Dopo diverse settimane di post vari miei e di begli articoli dei collaboratori, torno con una recensione di un libro che ho letto mesi fa e che ho amato: L'età sottile.

Titolo: L'età sottile
Autore: Francesco Dimitri
Editore: Salani
Pagine: 396

Trama

Quando Gregorio incontra la Magia per la prima volta ha quattordici anni e l'infanzia gli sta scivolando di dosso come l'acqua del mare del piccolo paese del Sud dove va in vacanza. La proposta che gli viene fatta va oltre ogni immaginazione, e l'idea di diventare più potente di qualsiasi mortale sembra decisamente allettante... Se Gregorio accetta, però, dovrà nascondere a chiunque la sua nuova vita; dovrà tacere e mentire alla famiglia e agli amici di un tempo; dovrà abbandonare la sua normalità ed entrare in un mondo dove la parola è azione, e le azioni sono al di sopra di ogni giudizio. Un mondo di cambiamento costante, di pericoli mortali, di tradimento, ma dove l'amicizia è più potente della morte... Originale, spiazzante, crudo, onirico e realistico al tempo stesso, un romanzo di formazione che ci ricorda che ogni adolescente è mago, perché vuole conservare il potere dell'infanzia e trasportarlo integro nell'età adulta. 



Questo è un libro strano, diseducativo e bellissimo.

Strano per lo stile fatto di frasi brevi come gli anelli di una catena che si stringono attorno al lettore e, quasi senza che se ne accorga, lo imprigionano all'interno della storia . C'è qualcosa di affascinante in questo stile semplice che ogni tanto si apre a riflessioni piene di inquietudine e di poesia.

Credo che nessuno muoia davvero "all'improvviso". Quando la morte sta arrivando te ne accorgi sempre, anche soltanto per un istante, e quell'istante può durare millenni. Forse noi tutti esistiamo nei pensieri di un dio che sta morendo, siamo i sogni sognati mentre lui chiude gli occhi per l'ultima volta.

Diseducativo per il protagonista, crudele e senza scrupoli come solo un ragazzo può essere. Gregorio non è Harry Potter, così buono che mette al primo posto i suoi amici e i suoi valori. Gregorio sarebbe pronto a ingannare chi gli sta vicino, a prendere il posto di un altro pur di imparare la magia. Forse persino a uccidere.

Bellissimo, infine, perché è un romanzo vero. Qui c'è la vita senza orpelli e senza trucchi di prestigio.
Si impara a governare la magia e a vivere in quell'età sottile, l'adolescenza, che è l'anticamera della vita, il momento in cui ogni essere umano sceglie chi o che cosa diventare. E che prezzo è disposto a pagare per diventare se stesso.

Agave

lunedì 27 gennaio 2014

Cosa significa per me scrivere

Snoopy, il santo patrono degli scrittori.

Me lo chiedono spesso.
Ci ho pensato altrettanto spesso, in realtà, perché scrivo da quando ho imparato a leggere e forse la risposta è molto semplice. Scrivere, per me, è sempre stato come leggere: un bisogno e un piacere. Non l'avrei fatto per tutti questi anni se non mi fossi sentita libera di farlo.

 Ogni volta che prendo in mano una penna o mi metto davanti al pc mi diverto come una bambina.

Naturalmente, però, scrivere non è solo divertimento.
C'è ancora molto altro.
Ma questo è un segreto.
Gisella

venerdì 24 gennaio 2014

[Segnalazione] Io, Liam


Bentrovati! Periodo esami, brutto periodo per la lettura, ma oggi vi segnalo un romanzo che non posso proprio perdermi! Io, Liam sembra infatti promettere una storia di vendetta, mistero, tormento. Intrigante.

Titolo: Io, Liam
Autrice: Antonella Albano
Editore: Edizioni Il Ciliegio
Pagine: 304

Acquistabile direttamente dal sito dell'editore: Edizioni Il Ciliegio

Trama

Liam viene da lontano, dall’Irlanda del VII secolo d.C. ed è destinato a una vita innaturalmente lunga. Elisa è una giovane donna moderna, che vive un vuoto colmabile solo dal suo amore per il canto. Nella vita di Liam sembra esserci posto unicamente per la vendetta e il sangue; una promessa, però, fatta a Cathal, suo amico fraterno, lo accompagnerà lungo i secoli, fino a che il cerchio non si chiuderà una volta per tutte. Il suo progetto verrà sconvolto proprio dall’incontro con Elisa, e da un nemico implacabile che minaccia tutto ciò che imprevedibilmente è giunto ad amare. Mantenere un basso profilo, non indulgere all’amore o all’odio, era stato fondamentale, ma non ci era sempre riuscito. Si era nascosto in posti impervi anche umanamente, cambiando luogo ogni volta che la sua perdurante giovane età veniva notata. Si era illuso che la vita potesse avere un senso ma aveva finito per lavarsi via dal cuore ogni sentimento profondo. E proprio ora qualcuno veniva a togliergli le ragnatele dall’anima.

Conoscete questo libro? Vi ispira?

martedì 21 gennaio 2014

Seicento sterminatori di angeli

Il volto dell'angelo secondo il blog
I miei sogni tra le pagine
Ricevo sempre più spesso su Facebook commenti di lettori e lettrici che hanno letto la storia del mio angelo confuso, e in qualche modo ne sono rimasti colpiti.
E in più in questi giorni sono uscite interviste, segnalazioni, recensioni che mi fanno sempre più piacere: mi è sembrato quasi incredibile che il romanzo riscuota ancora questo successo a quasi nove mesi dalla data di uscita.
Per questo, per il passaparola e per tutto il vostro affetto, non smetterò mai di ringraziarvi.

Ecco le ultime novità!

RECENSIONI

25 dicembre: bellissima recensione di Regin La Radiosa
Leggetelo per ricordare, leggetelo per vivere un sogno, leggetelo per non sentirsi soli, leggetelo per tornare ad amare.
21 gennaio: Recensione della grande Aislinn (grazie!) sul suo blog: Aislinn Dreams
E' un incastro di storie, è una poesia in prosa quello che troverete tra le pagine: proprio per questo, non si tratta di un libro "facile", e non credo che sia per tutti i palati. Proprio per questo, il mio consiglio è di leggerlo e assaporarne l'odore di cenere e di fiori, il sapore di lacrime e stelle, le luci e le ombre.

INTERVISTE

28 dicembre: Intervista per Il Sussidiario

10 gennaio: Intervista per be.Beap

18 gennaio: Intervista per Wonderful monsters book

E in più, sulla pagina facebook...




Di noi diranno che siamo seicento.


Grazie a tutti!

lunedì 20 gennaio 2014

[Recensione] L’atlante di smeraldo

Recensione a cura di Andrea Lombardo,
autore dell'Occhio di Shahvani.
Nato dal famoso regista di telefilm americani, John Stephens, L’atlante di smeraldo riesce a incantare lettori di qualunque età, sebbene sia un libro più adatto ai giovani dai 12 ai 16 anni. Personalmente, la storia di questo libro mi ha coinvolto moltissimo e tutt’ora attendo il terzo ed ultimo capitolo della trilogia. Infatti il libro non è altro che il primo volume di una trilogia intitolata I libri dell’inizio. Ma andiamo più nel dettaglio della storia!


Titolo: L’atlante di Smeraldo
Autore: John Stephens
Editore: Longanesi
Serie: Trilogia “I libri dell’inizio” (Volume 1)
Pagine: 456
Genere: Fantasy
Anno di pubblicazione: 2011

TRAMA

È la notte di Natale e Kate avrebbe voluto rimanere sveglia, ma i suoi occhi di bambina alla fine si sono arresi al sonno. Sono le mani di sua madre a scuoterla e svegliarla di colpo: sta succedendo qualcosa, qualcosa di brutto. Kate ha solo quattro anni, suo fratello Michael due, Emma è appena nata. Questa è l'ultima volta in cui vedranno i loro genitori. Dieci anni e moltissimi orfanotrofi dopo, i tre fratelli si imbarcano per quello che pare sia l'ultimo istituto disposto ad accoglierli: Cambridge Falls. Ma quando arrivano nella enorme casa tutta sbilenca, piena di torri, sotterranei e sale colme di bizzarrie, molte sono le domande che si affacciano alla loro mente. Come mai non ci sono altri bambini? Chi è l'enigmatico dottor Pym, il direttore di quello strano orfanotrofio? E soprattutto, cos'è quell'inquietante libro dalle pagine bianche e dalla copertina verde che sembra brillare di luce propria nel buio della camera segreta? Questa è la storia di Kate, che da sempre si prende cura dei fratelli, aggrappandosi alla disperata certezza che un giorno i suoi genitori torneranno a prenderli, ed è la storia di Michael e della sua passione per le storie fantastiche, e della piccola Emma, che sembra temere solo una cosa: perdere i suoi fratelli. È la storia di tre ragazzi inseguiti da un potere oscuro e minaccioso e del libro che cambierà per sempre il loro destino.

RECENSIONE


La storia inizia dieci anni prima degli eventi principali, quando Kate, Michael ed Emma vengono abbandonati dai loro genitori. Prima che questo accada, Kate si ritrova a dover fare una promessa solenne alla madre: dovrà proteggere i suoi fratelli. Ma non voglio rovinarvi quella bellissima introduzione, quindi vi lascerò col fiato sospeso! Passiamo alla parte principale del libro.

Kate, la sorella maggiore, è una ragazza semplice e a volte un po’ fragile d’animo, ma sempre pronta a proteggere Michael, il fratello con la passione quasi ossessiva per i nani (non mancheranno i battibecchi semi-adolescenziali su questo argomento!), e la sorellina Emma (la più piccola dei tre, con i suoi 11 anni, ma indubbiamente la più forte, scaltra e dai modi un po’ burberi). Dopo anni e anni trascorsi nei più svariati e impensabili orfanotrofi, dopo una vita passata nella speranza del ritorno dei loro genitori, dopo aver fatto un disastro nell’Istituto per Orfani Irrecuperabili e Senza Speranza Edgar Allan Poe, Kate, Michael ed Emma vengono mandati all’orfanatrofio di Cambridge Falls, dove si sentono ancora più sperduti. Infatti gli unici bambini dell’istituto sono proprio loro tre. 

I fratellini decidono di esplorare il luogo per ingannare il tempo e farsi un’idea del posto in cui sono stati gettati per l’ennesima volta. Scoprono per caso, in uno stanzino buio e segreto dell’istituto, un misterioso libro dalle pagine bianche. Totalmente ignari di cosa sia, vengono accidentalmente catapultati indietro nel tempo dopo avervi messo sopra una vecchia fotografia! Ed è qui che iniziano le loro avventure… o meglio, disavventure, per trovare il modo di ritornare al loro tempo. Entra in gioco la Contessa, una giovane donna ambigua e ambiziosa che non desidera altro che avere il libro dei ragazzi, insieme ai suoi oscuri servitori, gli strillatori, ma che si scoprirà essere solo un’altra “pedina” del nemico maggiore, e cioè il Ferale Magnus. E il dottor Stanislaus Pym, direttore dell’istituto di Cambridge Falls, che è in realtà è un mago estremamente potente (che per certi versi ricorda Silente, per il carattere enigmatico, la lunga tunica e barba bianca). Lo so, la storia del libro sembrerà a molti un insieme di cliché: orfani dal passato misterioso, libri magici, maghi buoni e malvagi, la lotta tra il bene e il male e il destino del mondo sta nelle mani di questi bambini. Ma la trama sorprende per la sua originalità: colorata, divertente, imprevedibile! I tre ragazzi si ritroveranno in un mondo di magia, dovranno affrontare la Contessa con l’aiuto del dottor Pym e scoprire la verità sui loro genitori e sull’identità del Ferale Magnus. 

Lo stile dell’autore è semplice, fresco e molto intuitivo. Il lettore si sente immerso totalmente in quel mondo, nell’emozionante storia dei tre ragazzi, nei loro sentimenti reciproci.

Il personaggio a cui ci si può facilmente affezionare è senza dubbio il dottor Pym. Così enigmatico, a volte stravagante, dal passato affascinante e intrecciato nei secoli della sua età, sempre calmo, come se ogni cosa che succede faccia parte dei suoi piani. Sa sempre come cavarsela e come aiutare gli altri. 

Nonostante queste qualità, il romanzo non è esente da difetti. Infatti, sebbene la trama, i personaggi, le ambientazioni e la struttura generale siano ottime, la creazione delle creature magiche non è molto originale. Gli strillatori ricordano moltissimo i dissennatori di Harry Potter (ma questi hanno sembianze umane e non spettrali), mentre ci sono le solite razze di nani ed elfi (anche se questi ultimi saranno presenti dal secondo volume), e molto altro ancora. Insomma, tutte creature già viste e prese dalle comuni leggende. 

A parte questo piccolo punto di critica, in conclusione L’atlante di Smeraldo è una lettura piacevole ed entusiasmante, che tutti gli appassionati di fantasy-mistery adolescenziale non possono perdersi. Badate bene, quello che ho scritto qui non è altro che l’inizio della storia dei tre ragazzi, ma sta a voi scoprire cosa succederà, quali viaggi dovranno affrontare e quali altri personaggi incontreranno, a cui probabilmente vi affezionerete.

E con questo vi auguro una buona lettura!
Andrea Lombardo

martedì 14 gennaio 2014

[Recensione] Apocalisse

Buongiorno a tutti!
In questi giorni lo studio matto e disperatissimo mi rende difficile leggere se non per svago, ma ecco che oggi mi viene in soccorso uno strano individuo (chi sarà il misterioso Ginkgo Biloba?) che scrive una recensione un po' diversa dal solito. L'opera che vi presentiamo oggi è l'ultima splendida creazione dell'artista Paolo Barbieri.


Autore: Paolo Barbieri
Titolo: Apocalisse
Editore: Mondadori Chrysalide
Pagine: 112
Prezzo: 22,00 euro

DESCRIZIONE:

Nell’Apocalisse – il più fantastico e immaginifico tra i libri della Bibbia – all’apostolo Giovanni vengono rivelati i destini ultimi dell’umanità e del mondo attraverso visioni soprannaturali: proprio l’Apocalisse ha ispirato Paolo Barbieri, che con il suo tratto incisivo, potente e audace interpreta perfettamente il linguaggio biblico con immagini dense di dettagli accuratissimi ma anche capaci di emozionare e sorprendere.
Cavalieri con armature di fuoco su cavalli scultorei, donne vestite di abiti regali adagiate su lugubri troni, draghi dalle sette teste e cavallette dai denti leonini, sconvolgimenti cosmici, flagelli, piaghe inimmaginabili e spiriti immondi: nelle sue tavole accese da colori infuocati e da uno stile inimitabile, l’autore dà nuova vita a Babilonia, alla Gerusalemme celeste e allo scenario degli ultimi desolati giorni dell’umanità. A supporto del lettore, ciascuna tavola è accompagnata dai versetti che l’hanno ispirata.



L'impresa è ardua: confrontarsi con uno dei testi più enigmatici e discussi della storia, ricco di immagini simboliche, numeri mistici, bestie ed angeli, che da sempre affascina e pone interrogativi a chi lo legge.
Paolo Barbieri raccoglie coraggiosamente la sfida mettendo in campo le sue doti di inventore di mondi immaginari per riuscire a concretizzare al meglio le immagini bibliche.

Il libro è strutturato come una raccolta di citazioni ordinate dell'Apocalisse con l'illustrazione a fianco o nella pagina successiva. I brani che hanno ispirato l'artista sono molti, e vanno dai famosi quattro cavalieri a immagini meno conosciute, come le rane che escono dalla bocca del drago (imperdibili!).
Sono presenti sia bozzetti in chiaroscuro sia immagini colorate nelle quali risaltano i toni accesi e i forti contrasti cromatici, con un utilizzo di rossi/arancio molto saturi.

Accanto alla vena chiaramente fantasy che caratterizza alcuni disegni (soprattutto gli angeli, i draghi e i demoni) e che contraddistingue lo stile di Barbieri, c'è una scelta stilistica molto interessante: la fusione.
L'Apocalisse è infatti per l'artista un evento di generale confusione e amalgama di tutte le cose, che potranno così avere una seconda nascita (e una seconda morte? Ap. 20,14). Cessano di esistere i punti di riferimento (molte le inquadrature oblique) e i confini tra le cose, che si sfaldano e si mescolano l'una con l'altra. Dagli sfondi caliginosi emergono simboli di morte (come le nuvole nella tavola della seconda tromba e altre), incubi indistinti, demoni guerrieri, fauci, occhi e lame, magistralmente mescolati con gli elementi naturali: fuoco, terra, acqua e cielo. La bestia che viene dal mare diventa così essa stessa un turbine oceanico, e quella che viene dalla terra è fatta di rocce e lava.



I quattro cavalieri sono uniti sia alla propria cavalcatura, sia all'oggetto che li contraddistingue. Nella figura si può notare come Guerra abbia il braccio fuso con l'enorme spada e le sue gambe siano parte del corpo del destriero rosso. Cavallo e cavaliere, personaggio e funzione sono un tutt'uno. Anche gli angeli subiscono lo stesso destino e le stesse mutazioni: l'angelo della terza coppa è fatto di sangue e quello della terza tromba è la continuazione della montagna rocciosa sottostante. Molto bella è l'immagine dell'angelo Michele in scintillante armatura, con le piume trasformate in lame.

Uno dei punti di forza di questo libro è l'accostamento di una grande fantasia con un accurato rispetto del testo (ebbene sì: sette teste e dieci corna! Contare per credere) anche quando esso risulta di difficile rappresentazione, come ad esempio le cavallette con code da scorpione, capelli femminili e denti leonini.

Insomma, una bella scusa per conoscere meglio un testo criptico e difficile e un invito da parte di uno dei maestri dell'illustrazione italiana a non porre limiti alla propria immaginazione.

IL DETTAGLIO: Uno dei seguaci di Morte, il cavaliere verde, ha la testa di uno squalo martello, e ricorda uno dei personaggi della ciurma di Davy Jones in Pirati dei Caraibi.



Recensione a cura di Ginkgo biloba

venerdì 10 gennaio 2014

"Non tutti gli erranti sono perduti"



Non sta nella meta il viaggio,
ma nel saper errare senza sentirsi perduti.

Tu eri con me nelle camminate senza meta,
tu eri con me nelle corse senza direzione,
e tutte le volte che volevo solo perdermi,
sapevo che potevo perdermi con te.

So che partiremo sempre per un altro viaggio,
sempre liberi di sbagliare strada.
© Gisella Laterza

lunedì 6 gennaio 2014

Fiori d'Agave#5 Citazione da "Romeo e Giulietta"


Buongiorno a tutti! Come avete trascorso questi giorni di festa?
Io di giorno studio latino e la sera esco con gli amici o con il mio "ladruncolo", oppure scrivo come se non ci fosse un domani.
Ma ieri sera non ho fatto nulla di tutto questo: presa da un moto di nostalgia, sono rimasta a casa con mia madre, mia sorella e il nostro gatto e abbiamo cominciato a guardare (tutti e tre) episodi random di Grey's Anatomy (mia sorella ha collezionato tutti i dvd, di cui è gelosissima, soprattutto da quando ha cominciato a studiare Medicina!). In una puntata della seconda stagione, Meredith parla di Romeo e Giulietta. E, come me, la prima cosa che dichiara è l'assoluta antipatia verso questi due personaggi. Ma non si può negare che Romeo con le parole ci sapeva fare. Eccome.


Romeo e Giulietta - è risaputo - sono i più grandi idioti tra tutti gli innamorati della storia.
E Romeo (parere personale) è un corteggiatore vanesio e vagamente irritante.

Eppure...
Eppure l'amore di Giulietta e Romeo è il più famoso, forse perché colmo di quella bellezza particolare che hanno le cose che avrebbero potuto essere e non saranno mai. E quello sciocco di Romeo ha sussurrato parole indimenticabili.
Come queste:

Quando non sarai più parte di me, ritaglierò dal tuo ricordo tante piccole stelle, allora il cielo sarà così bello che tutto il mondo si innamorerà della notte.


 Per approfondire, vi lascio,
come sempre, i dettagli sull'opera.

Autore: William Shakespeare
Titolo: Romeo e Giulietta
Editore: Oscar Mondadori
Pagine: 251
Prezzo: € 9.00

Quarta di copertina

Romeo e Giulietta intreccia numerosi elementi nella vicenda dei due innamorati "nati sotto contraria stella". Dalla "morte viva" al drammatico scontro tra due generazioni - la lotta tra le ragioni dell'odio e le ragioni dell'amore - il dramma si arricchisce di temi la cui complessità va oltre la vicenda d'amore. Tuttavia è questa a fare di "Romeo e Giulietta" l'opera forse più celebre e più amata di Shakespeare e nel contrasto tra la purezza, l'appassionata consapevolezza dell'amore e l'inesorabile concatenarsi delle circostanze funeste va cercata la grandezza del dramma, la chiave della sua autentica dimensione tragica annunciata nel Prologo grazie alla contrapposizione dei due termini amore e contraria stella.

 

E voi, avete qualche frase preferita tratta dalle opere di Shakespeare?