lunedì 6 aprile 2015

Galateo dello scrittore emergente:
5 comportamenti da evitare


È cosa nota: il mondo della scrittura è una selva selvaggia et aspra et forte e solo pochi romanzi, tra le oltre 60.000 pubblicazioni annuali, possono riveder le stelle.
In altre parole, tutti gli scrittori, editi o aspiranti tali, vogliono farsi conoscere. A qualsiasi costo. Con qualsiasi mezzo. Il risultato? Spesso non adottano la strategia migliore e, tramite Facebook, praticano lo stalking compulsivo ai danni di lettori, di blogger, e di altri scrittori.

Anche Snoopy scrittore condivide.
Incuriosita dallo strano fenomeno, ho raccolto un campione significativo di comportamenti di dubbio gusto, eliminando ogni riferimento per renderli irriconoscibili.

1 - Chi ti manda un mp appena accetti la sua richiesta di amicizia

Un tempo era una specie che si incontrava raramente, ma Facebook sembra essere l'habitat naturale per la proliferazione di questa strana bestia. La creatura ti blandisce con quella che pare un'innocua richiesta di amicizia, e poi zack! Appena caschi nelle sue grinfie, spalanca le fauci e rigurgita link.

Si va dall'informale

Ciao, come andiamo? Vorrei invitarti a visualizzare il booktrailer di **** perché il numero d visualizzazioni aiuta! Mi dai una mano? Bastano pochi secondi e se ti piace regalami un like! Grazie [segue, naturalmente, il link al booktrailer]

al sofisticato

Ciao Gisella, mi chiamo ***. Mi farebbe piacere se visitassi la pagina ***. Se trovassi di tuo gusto quanto pubblicato, mi faresti cosa gradita se ci aiutassi a farci conoscere dai tuoi amici e a crescere numericamente cliccando su mi piace. Approfitto dell'occasione per augurarti un fortunato e felice 2015 Grazie per l'attenzione [segue link]

al lapidario.

Salve, Gisella! E piacere di conoscerti. [segue link!]


Da notare che nessuno di loro si degna di fornire un minimo dato biografico. No, solo un saluto in amicizia, come se mi conoscesse da una vita, e poi la sequela di link.

2 – Chi ti insulta pure se rispondi loro che, semplicemente, non sei interessato.

Gentile Giselle, bentrovata. Volevo chiederLe un favore. Tra un paio di settimane uscirà il mio libro su ****, edito da ****. Mi aiuterebbe a farlo conoscere tra i suoi contatti FB e conoscenti? Quando sarà tempo, metterò la copertina sulla mia pagina FB e lo potrà condividere o copiare, oltre ovviamente a comprarlo e leggerlo, se Le interessa. Grazie mille  

La mia risposta è stata un secco: 

Grazie, ma non sono interessata. Buona serata!

E la sua? 

La ringrazio e fa bene. Ricordi però che gli scrittori seri leggono di tutto, senza preclusioni.


3 – Chi ti chiede consigli di scrittura su un genere di cui tu non ti occupi


Ciao... questa notte surreale mi ha condotto fino a te... scusami per la confidenza... i formalismi sono un'altra illusione della vita... il rispetto,quello vero,nasce dall'animo!!! Bando alle ciance volevo chiederti un consiglio su come impostare una biografia. Ho intenzione di scrivere la mia vita ma non ho titoli accademici a parte il mio ruolo sociale...il mio vissuto... Lo scibile umani insito in ognuno di noi!!! Ho scoperto il mio dono ,seguire il fiume dei miei pensieri e vorrei condividerlo con tutti...come è giusto!!!

4 – Chi spamma in bacheca

Caso unico, per fortuna, ma piuttosto spassoso. Così tanto che mi chiedo se sia vero o un troll.

Sto ultimando il romanzo *****. Sono emozionato e eccitato. E' un romanzo avvincente, coinvolgente, scritto in prima persona [...]. Il finale è straordinariamente bello. Sarà il romanzo dell'anno. Ho già diverse proposte letterarie, ma chi fosse interessato a rappresentarmi o a pubblicarmi, mi contatti. Valuterò ogni proposta con molta attenzione.



5 – Chi ti tagga in foto o ti aggiunge in gruppi con cui non hai nulla a che fare

Questa è un'altra pratica di cui non capisco il senso.

In conclusione, tutti i casi citati si potrebbero riassumere in un messaggio che, letto tra le righe, si presenta più o meno così:

Ciao, non ho idea di chi tu sia, di cosa tu legga o di cosa tu scriva, ma ho visto che hai tanti amici su Facebook e quindi devi essere per forza famosa, quindi leggi il mio libro di cui non ti dico nemmeno di cosa tratta, perché basta che io ti dica che l'ho scritto perché scatti subito il tuo interesse, giusto? Poi, dopo che l'avrai letto, mi raccomando, parlane a tutti i tuoi contatti e rendimi tanto famoso. Grazie e ciao.

Funziona?

giovedì 2 aprile 2015

Intervista ad Anita Book


Tra le cose vaganti che acchiappo e che annodo strette strette alle pagine di questo blog, a volte mi capita di acciuffare anche qualche scrittore, e di tenerlo qui giusto il tempo di scambiare due chiacchiere. Dopo le interviste a Vanessa Roggeri, a Giorgia Penzo e quella doppia a Luca Tarenzi e Aislinn, oggi è la volta di Anita Book, nota blogger e Youtuber. Esce in questi giorni il suo romanzo d'esordio, Suzie Moore e il nuovo viaggio al centro della Terra, per Dunwich Edizioni. Ne parliamo qui insieme. Curiosi?

Titolo: Suzie Moore e il nuovo viaggio al centro della terra
Autore: Anita Book
Editore: Dunwich Edizioni

Trama: Suzie Moore non è una ragazza come tutte le altre. Si veste in modo strano, è cinica e odia le persone. È nata in Illinois ma vive a Roma, dopo che la sua famiglia è morta tragicamente in una bufera di neve. Ama la musica ma non la scuola. Tuttavia proprio un libro cambierà per sempre la sua vita. Nascosto nel computer del preside della Scuola Americana di Roma, troverà un misterioso file che le darà accesso a un mondo di fantasia: quello descritto da Jules Verne nel suo Viaggio al Centro della Terra. Vivrà così un'avventura incredibile, al fianco del folle professor Lidenbrock e del giovane nipote Axel, il cui fascino metterà in crisi persino il suo cuore. Da Amburgo all'Islanda, dalla vetta del monte Sneffels alle profondità della Terra e là, dove Jules Verne non è mai andato e dove il confine tra finzione e realtà è un orizzonte quasi invisibile. E mentre la vita di tutti i giorni continua a scorrere, tra scuola e amici, delusioni e piccole e grandi conquiste, qualcosa dentro di lei - in un mondo diverso - le darà le giuste lezioni per superare le sue paure



Quello che dico sempre è che la risposta a certe domande si trova nel motivo per il quale ce le poniamo. Fa parte della magia del mondo.”
Anita Book, Suzie Moore e il nuovo viaggio al centro della Terra

Agave: Benvenuta! Che bello averti qui. Molti ti conosceranno già, ma ti va di presentarti ai lettori del blog?

Anita: Accidenti, partiamo con una di quelle domande che mettono sempre in crisi. Presentarmi. Nel mondo reale mi chiamo Chiara, ma da quando ho aperto il blog, nel lontano 2008, la gente ha imparato a conoscermi come Anita. La vita è l'avventura più pazza, divertente e straordinaria che mi sia mai capitata e i libri i suoi compagni più fedeli. Adoro la pasticceria americana, il tè delle cinque, i profumi di cui si impregnano le cose, la moda vintage, i cartoni animati della Disney e le passeggiate in riva al mare, o sulla sponda di un fiumiciattolo sonnacchioso, magari stretto nell'abbraccio di un verde sterminato. Insomma sono innamorata di quelle bellezza semplice e virginea che è l'essenza vera e sola dell'universo. Oh, e naturalmente non posso fare a meno della carta e dell'inchiostro.

Agave: Il tuo romanzo si basa e si confronta con un pilastro della letteratura per ragazzi: Viaggio al centro della Terra, di Jules Verne. Perché questa scelta?

Anita Book
Anita: Perché il mistero mi avvince, è un richiamo irresistibile. E il fascino di Verne sta tutto nell'aurea di ambigua e seducente oscurità che lo ammanta. La sua era una curiosità instancabile che non gli concedeva riposo. Viaggiava con l'immaginazione, certo, ma anche e soprattutto con l'ingegno e il sapere enciclopedico che temprava il suo spirito. Era un collezionista di arcani, codici e crittogrammi e attraverso le sue opere ha lasciato all'uomo un'eredità di segreti e verità sepolte. Ecco perché lui.

Agave: Puoi dirci in generale qual è stato il tuo rapporto con questo classico, e con i suoi personaggi, mentre scrivevi Suzie Moore e il nuovo viaggio al centro della Terra? Qual è stata la difficoltà maggiore? Quale l'aspetto più piacevole o più divertente?

Anita: Avendolo amato perdutamente già alla prima lettura, quando non ero che un'adolescente alle prese con le avversità e le sfide della vita, è stato un vero spasso rimaneggiarlo per la stesura di questo romanzo. La scommessa più grande – e quindi la difficoltà maggiore – è stata rendere la coesistenza dei due mondi, il parallelismo di base tra la realtà quotidiana di Suzie e le sue peripezie nel mondo di Verne. Adattare i dialoghi, ricreare i costumi del tempo, documentarsi sull'epoca e allo stesso tempo mantenere caratteristica e distinta la personalità della mia protagonista. Se ci sono riuscita lo diranno i lettori. Io, ovviamente, mi auguro di sì.

Anita Book
Agave: Si sa che un ragazzo, ma spesso anche gli adulti, si avvicinano ai classici con diffidenza, avendoli etichetatti come noiosi o troppo impegnativi. Quali consiglieresti a chi di solito non li legge?

Anita: Poveri classici, quale sventurata sorte la loro! Ammetto, però, di essere stata anch'io una lettrice scettica e prevenuta a mio tempo e di essermi ricreduta solo in seguito. La letteratura tutta vanta opere di inestimabile valore, pioniere di rivoluzioni ideologiche, culturali e sociali, ma si finisce con il non apprezzarne pienamente la bellezza per via dell'approccio troppo cattedratico che viene a instaurarsi in ambito scolastico. L'istruzione è il baccello nel quale germogliano e si sedimentano il carattere, le aspirazioni e il pensiero stesso dell'uomo, pertanto reputo necessario un invito appassionato alla conoscenza dei narratori più insigni e intramontabili della nostra storia e non semplicemente un mero e sterile studio «didattico». Date una possibilità a Poe, Carroll, Jane Austen, Lovecraft, Jack London, Oscar Wilde, Verne e poi voglio proprio vedere se continuerete a definirli «noiosi e impegnativi». Ci conto.

Agave; E ora veniamo a Suzie, la tua protagonista. Come spesso accade nei romanzi per ragazzi, è oscurità e si sente sola in un mondo nuovo, quello senza i suoi genitori. Poi capita in un mondo assurdo, quello del libro di Verne. Quale è il più difficile da affrontare? Anche se Suzie ha certo un carattere particolare... 

Anita Book
Anita: Suzie è un personaggio complesso con il quale ho dovuto lottare parecchio. Il suo carisma era talmente dirompente che più volte ha rischiato di mandarmi fuori strada e di farmi perdere la rotta; non è stato semplice gestirlo. Desideravo che fosse forte, che avesse coraggio, che fosse pronta a osare dinnanzi all'imprevedibile e all'imperscrutabile, ma volevo anche che la sua fosse solo un'arroganza apparente, un istinto e una difesa, e che lasciasse trasparire una nota di dolcezza e amabilità. Confesso di averle affidato molto del mio cuore, forse proprio i sentimenti più segreti, con la speranza che i lettori potessero trovare in lei un'amica e un'alleata. Ma la sua evoluzione non si ferma qui. Avrà ancora molto da imparare.

Agave: In conclusione, in Suzie Moore e il nuovo viaggio al centro della Terra, al piacere dell'avventura si unisce un tema importante: la ricerca dell'identità. È necessario un viaggio per ritrovare se stessi, o è la lettura stessa un viaggio importante per la conoscenza di sé?

Anita: Immagino che siano importanti entrambe le cose; che anzi, siano inscindibili. Vivere la vita reale, viaggiare lungo i suoi binari dissestati facendo fronte alle gioie e ai dolori che ne potrebbero derivare, e condividerne un'altra, cento, mille milioni di immaginarie, racchiuse magari proprio tra le pagine di un libro, capace, chissà, di cambiarti per sempre.

Non potrei essere più d'accordo e ti ringrazio ancora per essere stata qui.
A rileggerti!

lunedì 30 marzo 2015

Voglio un mondo pieno di Elena Ferrante


"Mi pentii, mi beai del mio pentimento, del romanzo in cui mi sentivo immersa."
(E. Ferrante, L'amica geniale)

Nelle ultime tre settimane ho scoperto Elena Ferrante. Ho divorato i primi tre volumi della serie L'amica geniale e adesso sto prendendo d'assalto l'ultimo. Non vedo l'ora di finire questo post per tornare a leggere.


La serie, edita in Italia da e/o

Di solito mi tengo lontana dalle autrici o dagli autori troppo chiacchierati, ma d'altra parte ci vuole ispirazione per leggere, non solo per scrivere, e quando un libro chiama è impossibile ignorarlo.
Così ho iniziato l'Amica geniale, primo volume di una tetralogia che prende l'avvio a Napoli e poi prende il volo e va lontano, insieme alla fama di Ferrante, la quale negli anni è diventata sempre più popolare. Forse la sua notorietà è stata arricchita anche da un fatto insolito: non sappiamo chi si nasconda dietro questo nome. La sua discrezione ha scatenato una certa curiosità, morbosità (tutta italiana?) e addirittura una sorta di caccia alla strega.
Io, invece, per lei ho un messaggio: la prego, non si sveli mai.


[Attenzione: spoiler per chi non ha letto i primi tre libri]

La forza dell'Amica geniale, infatti, oltre che nello stile dell'autrice, sta nel fatto che narri una storia calata in un tempo e in uno spazio preciso, eppure che tende all'universale. A tutte capita di avere un'amica-nemica, di innamorarsi di un ragazzo che sceglie un'altra, di provare una passione bruciante che si trasforma in risata amara, di amare i libri e le parole al punto di vedere in essi l'unico strumento di emancipazione e salvezza. Così mi sono ritrovata in Elena Greco, che comprende da giovane la forza della scrittura e che, come me, pubblica il primo romanzo poco dopo i vent'anni. Ho trovato me in Elena e a volte anche in Lila, in Carmen, addirittura in Nino. Il fascino della lettura, allora, sta nel ritrovare se stessi tra le pagine e nel poterlo farlo tanto più che dall'altra parte c'è qualcuno di impalpabile.
Leggere può essere il piacere (quasi infantile) dello scomparire nei personaggi altrui. Che meraviglia sentirsi svanire in un'esplosione ordinata di parole, come quelle di Ferrante, così potenti ma mai fuori posto. Così piene e intense tanto più lei, Ferrante, sembra fatta di sola carta.
Mi sono detto: la smarginatura, il dissolversi dei contorni di persone e cose che tanto terrorizza Lila, è dunque possibile, è l'abbattimento dei confini dell'io, ma all'interno dei contorni precisi della parola stampata. Ed è sorprendentemente bellissima.
Insomma, questa esperienza mi ha drogato. Adesso ne voglio di più, voglio rileggere, voglio scrivere ancora su questo argomento, voglio ragionarci io stessa come scrittrice. Ma soprattutto voglio un mondo pieno di Elena Ferrante.

venerdì 20 marzo 2015

Cose che dimentico


Non siamo davvero partiti finché non torniamo a casa.
(Terry Pratchett)

Possiamo andare lontano e misurare la nostra identità in termini di chilometri percorsi, senza mai voltarci indietro.
Oppure possiamo restare a casa e leggerci ogni giorno negli occhi delle persone che ci sono care, finendo per credere che quello sguardo siamo davvero noi.
Ma nessuno di questi due modi è completo e io non saprò mai chi sono se non vado via e se non torno.



Questi primi due mesi d'Erasmus sono stati una danza di nuove persone, situazioni, colori e luoghi, e io mi sono scoperta, a volte, in parole straniere. Ma tutto questo ha preso più forza solo quando sono tornata, lunedì, per qualche giorno in Italia per rivedere la famiglia e i vecchi amici.
Trovare mamma e papà che sono ancora loro (mia madre e la sua ironia luminosa; mio padre sempre nei suoi maglioncini blu), i cuginetti che sono cresciuti, ma i nonni non sono più vecchi di ieri.
Ritrovare anche gli amici al solito pub, tutti diversi e uguali: tanto per cominciare, in perenne ritardo! (Questo proprio non cambia!). E che piacere quando, nelle loro nuove battute, nei nuovi scherzi e sciocchezze, riscopro il loro solito modo di ridere, le risate che ricordavo. 

Forse è per questo che nei miei libri, come in tanti, tanti altri libri, due sono le situazioni ricorrenti: andata e ritorno. Riaffiorano sempre; non importa che cosa io scriva, ma questo filo rosso lega tutto ciò che scrivo, anche se spesso non me ne rendo conto.

Sono cose che dimentico.

martedì 10 marzo 2015

Piccola magia


"Non abbiamo bisogno della magia per cambiare il mondo: abbiamo già dentro di noi tutto il potere di cui abbiamo bisogno."
J. K. Rowling
Foto presa da StoccolmaDiscovery

Sto scrivendo una storia, ambientata a Stoccolma, che ha per protagonisti due bambini, lei bionda e lui moro. Oggi, mentre ero sull'autobus, guardando fuori dal finestrino li ho visti, proprio loro: una bimba bionda e un bimbo moro che passeggiavano tenendosi per mano. Sembravano usciti dalla mia fantasia.
Poi il pullman ha proseguito il suo viaggio e i bimbi sono scomparsi. Ma c'erano. Certo questa città ha qualcosa di magico, dove i confini sfumano e la realtà si veste di fiaba. Non serve afferrare la magia. Basta intravederla per un istante perché il senso di tutto sia più chiaro, più luminoso.


venerdì 27 febbraio 2015

#ioleggoperché: ecco i miei perché


Non leggete, come fanno i bambini, per divertirvi, o, come fanno gli ambiziosi, per istruirvi. No, leggete per vivere.

(Gustave Flaubert)
Si può leggere
per solitudine
per dare un senso a una giornata grigia
perché amiamo il profumo della carta
perché amiamo il profumo della carta accompagnato dall'aroma di tè alla vaniglia e biscotti
per noia
per divertimento
per capire qualcosa in più su noi stessi
perché siamo convinti che leggere ci renda migliori
per far colpo su qualcuno
per finta
per amore di una storia
per amore di un personaggio
per amore delle parole
per amore.

E io?
Io credo che ci voglia ispirazione non solo per scrivere, ma soprattutto per leggere. Ci sono libri che possiamo ignorare per anni, ma che all'improvviso ci chiamano e devono essere nostri, subito. Ci sono libri che apriamo interessati e che abbandoniamo dopo poche pagine, altri che divoriamo fino alla fine, e altri più complessi, che vanno meditati a lungo, e il piacere non sta solo nel leggerli, ma nel rileggerli.
Ecco, quelli sono i libri che preferisco.

Leggo (e rileggo) di tutto, da Dostoevskij alla Austen, da Barrie alla Woolf, perché nei libri io cerco risposte, e cerco domande. Cerco divertimento e sensazioni. Cerco avventura e poesia. E soprattutto, io nei libri cerco bellezza, la bellezza di una frase, di una situazione, di un momento, di un'idea, della vita stessa.

E voi? Perché leggete?
Raccontatelo su #ioleggoperché

venerdì 20 febbraio 2015

Correre mezzi nudi nella neve: fatto



A vent'anni si è stupidi davvero.
F. Guccini
Immaginate la situazione seguente.
Nella Lapponia svedese, dei giovani cinesi escono la sera e si dirigono nel famoso lago ghiacciato di Abisko per fotografare l'aurora boreale. Ad un certo punto, appaiono dieci ragazzi in bikini che corrono sulla neve come dei pazzi.
Una di quei pazzi ero io.

Neve, aurora boreale e costume da bagno (il mio è quello azzurro e nero)


Ciò che i giovani cinesi non sapevano è che ad Abisko c'è una sauna e noi, un gruppo di studenti in Erasmus a Stoccolma e in gita in Lapponia per cinque giorni, non potevamo farci scappare questa occasione! Ci siamo diretti dall'ostello principale della città verso il lago, abbiamo attraversato una piccola foresta, ed eccola lì la sauna, agognata come la casetta di marzapane di Hansel e Gretel. Così, mentre fuori c'erano -15°, ci siamo piazzati tutti contenti a farci lessare.
Piacevole.
Poi Lidia, la mia coinquilina polacca che ha sempre delle idee fantastiche, ha visto i ragazzi cinesi dalla finestra e ha detto: "Raggiungiamoli e facciamoci fotografare!"
Ci siamo catapultati fuori, in costume da bagno, e abbiamo cominciato a correre verso di loro. Ed eccoci la situazione di cui sopra.
Non dimenticherò mai le loro facce quando ci hanno visto.


E non dimenticherò mai neanche la sensazione che ho provato allora: sentirmi libera e giovane e stupida. Dimenticare tutto e avere solo il senso pungente della neve sotto i piedi, il ricordo del calore di un minuto prima e l'aurora boreale, verde e intensa, nel cielo sopra di me.


venerdì 13 febbraio 2015

Scrivere ancora


Siamo scrittori, e non ci chiediamo mai da dove prendiamo le idee; sappiamo che non lo sappiamo.
Stephen King, On writing

Sto lavorando a un nuovo progetto e sono tutta piena di idee. Non mi accadeva da tempo di essere così convinta e felice di mettermi al computer e iniziare a picchiare con convinzione su questi tasti bianchi e familiari. Forse è Stoccolma, questa bella città, che mi ispira; forse è solo il fatto di continuare a conoscere nuove persone, situazioni nuove; di essere immersa in una vita piena di stimoli e svolte inaspettate. Ma chi lo sa. Il vecchio Stefano Re ha ragione: impossibile scoprire il perché di questa voglia, di questo bisogno di scrivere.

Ma quanto è bello guardare questo romanzo crescere, poterlo sentire scorrere tra le mie mani. Non so da dove tu venga, piccola storia nuova, ma io ho fiducia in te. Diventa grande, piccola mia. Iniziamo questo viaggio insieme e guardiamo dove ci porterà.


mercoledì 11 febbraio 2015

Una giornata a Stoccolma


Qui a Stoccolma è spuntato il sole, la neve comincia a sciogliersi e io mi rotolo felice nella mia nuova routine da Erasmus.
La mattina lavoro alla tesi di laurea specialistica.
Pranzo.
Leggo, oppure vado a lezione: per ora frequento solo l'interessante Corso di Scrittura Creativa.
E poi scrivo. Che cosa? Forse ne parlerò tra qualche mese, se tutto procede bene.

E la sera?

Qui le serate scorrono tra amicizie imprevedibili e multiculturali. Ora esco con un gruppo di ragazze e ragazze provenienti da Cina, Germania, Austria, Texas, Polonia. Li guardo uno dopo l'altro e sembra di fare il giro del mondo in una stanza. Siamo qui tutti con il nostro inglese da perfezionare ma che è sempre più spontaneo; tutti con la nostra voglia di socializzare.

È spettacolare e semplice il modo in cui si riesce a legare. Fare l'Erasmus - credo - è un po' come tornare bambini: tutto è nuovo e splendido, e per fare amicizia basta dire il proprio nome.


"We have a city to love"

Album di foto di Stoccolma


venerdì 30 gennaio 2015

Una vita da lettrice


Cari lettori, eccomi! Sono stata per un po' lontana da questi lidi perché la vita di studentessa Erasmus mi ha assorbito. Ritorno perché un un corso che frequento qui all'Università di Stoccolma mi ha dato l'idea per questo post. Si tratta del Corso di scrittura creativa in inglese tenuto dal grande prof. Adnan Mahmutovic.
Una delle prime richieste è stata: illustra il tuo percorso fino ad ora.
Così mi sono immersa in un breve viaggio all'indietro tra storie lette e immaginate.
E vorrei condividerlo con voi.


Ho iniziato a scrivere quando avevo undici anni. All'epoca, avevo disegnato un pirata a bordo di una nave, e mi venne voglia di raccontare la sua storia. Il piacere stava nello scoprire che cosa sarebbe accaduto dopo. Scrivevo di getto, senza pianificazione, infilando parola dopo parola e capitolo dopo capitolo.

Con gli anni è cambiato il mio approccio alla scrittura perché è cambiato quello alla lettura. Alla lettura per divertimento è subentrata la lettura per necessità. Con l'adolescenza ho cominciato a leggere per capire qualcosa di me stessa, per riflettere in modo più profondo e costruttivo sulle cose. La mia scrittura si è modificata di conseguenza e sono passata dal narrare avventure in luoghi immaginari al raccontare il mio mondo interiore.

Così è nato il mio primo romanzo, Di me diranno che ho ucciso un angelo, scritto quando avevo sedici anni e revisionato, riscritto, risistemato a lungo finché nel 2013 non è stato pubblicato da Rizzoli.

In quel periodo ho ampliato le mie letture. Ho scoperto i classici dell'800 e del '900. Amo soprattutto, di questi periodi, la letteratura italiana, inglese e russa. Tolstoj per la capacità di dipingere i sentimenti e i movimenti dell'animo umano; Bulgakov per l'intelligenza e la follia; Wilde per lo stile vibrante e intenso e la stupenda capacità di cesellare frasi; Hemingway perché centra l'essenza delle cose. Virginia Woolf sopra tutti. Amo il suo stile, preciso e profondo, fluido. Ha la sua capacità di essere lucida e di essere al tempo stesso piena di echi e svolte inaspettate.

Tra gli autori italiani, i miei preferiti sono di sicuro Elsa Morante e Italo Calvino. La prima perché i suoi romanzi, soprattutto L'isola di Arturo, sanno essere pieni al tempo stesso di grazia e di tragedia. Calvino è un maestro nel creare ingranaggi che funzionano alla perfezione. I suoi libri non sono pageturners, ma ciò che affascina è il ragionamento che sta dietro a ogni romanzo. Mi piacciono i libri che riflettono la realtà e cercano di penetrarvi.

Certo, a volte anche io amo perdermi in una bella storia, farmi affascinare da personaggi, luoghi, situazioni. Dall'intreccio e dalla voglia di sapere come va a finire. A questo proposito, ammiro autori come Ian McEwan e Umberto Eco che sanno coniugare uno stile impeccabile e un freddo ragionamento alla capacità di creare storie irresistibili. Come dice lo stesso Ian McEwan, nessun autore, neanche il più freddo e cerebrale, resiste alla tentazione di lasciarsi trasportare da una storia piacevole.

Emma Watson
Forse per questo ho scoperto, o meglio riscoperto, i racconti per ragazzi e soprattutto le fiabe. Negli ultimi anni ho riletto con un occhio diverso i romanzi che mi avevano incantato da bambina. L'isola del tesoro, Peter Pan, Alice nel Paese delle Meraviglie, Momo, La Storia Infinita, Il Piccolo Principe, e molti altri. La lettura da una diversa ottica è stata possibile dopo alcuni interessanti saggi, come quelli di Propp e Bettelheim, che analizzano il significato psicologico e antropologico delle fiabe. Ho scoperto così un altro mondo, non meno complicato rispetto alle storie “per adulti”, ma solamente con un linguaggio diverso. 

Questo linguaggio, questo “codice di interpretazione” mi ha affascinato a tal punto che ora scrivo soprattutto racconti fiabeschi, uno dei quali, come sapete, è stato pubblicato sul "Corriere della Sera", e sto lavorando a un altro romanzo per bambini che ha già suscitato l'interesse di Rizzoli.

Ma non vorrei fossilizzarmi su un genere e su un target. Come scrittrice mi piace sperimentare, cambiare e aggiornarmi. Non vedo l'ora di scoprire quale sarà la prossima forma che le mie parole assumeranno.

mercoledì 21 gennaio 2015

Stoccolma


Dove stai andando? Butta via la cartina! Perché vuoi sapere a tutti i costi dove ti trovi in questo momento? [...] Non preoccuparti, lascia che sia la strada a decidere da sola il tuo percorso, e non il percorso a farti scegliere le strade. Impara a vagare, a vagabondare. Disorientati. Bighellona.
(Tiziano Scarpa)

Chiamano Stoccolma "la Venezia del Nord", ma queste città in comune hanno una sola cosa: è bello perdercisi.
Venezia è un'antica signora agghindata di vicoli e scorciatoie segrete. Le strade sono minute e contorte, i canali sottili. Ti lascia addosso un puzzo di marcio e di malinconia.
Stoccolma è maestosa e sfuggente. Sarà che sono solo un paio di giorni che sto qui; eppure penso che se anche vivessi qui tutta la vita, ci sarebbe sempre qualcosa di Stoccolma che non riesco ad afferrare del tutto. Questa è una donna ritrosa e sofisticata, dai capelli tinti di neve. Ti lasci cullare da lei senza riuscire a capirla. Ti piace smarrirti tra le isole dei suoi pensieri.


giovedì 15 gennaio 2015

Ti ho amato e ti dico addio


Mi hai dato parole e storie
e un bicchiere robusto e profondo
per poterci raccogliere dentro le grida e il dolore del mondo. 
(Modena City Ramblers, Coi piedi per terra)

Ti dico addio.
È stata una storia lunga, la nostra - quattro anni, quasi cinque, non sono pochi, e bastano per essere indimenticabili.
Sarà difficile salutarti per sempre, perché con te ho imparato ad amare. Con te ho vissuto i miei anni più strani e belli. Con te ho imparato che a volte ci si può sentire immortali, ma che l'eternità è spesso solitudine.

E ora, che devo andare via,  so già che mi mancherai.
Mi mancherai da morire, tu. Tu, il tuo essere così imprevedibile e vivace. Tu, e quella tua bellezza fatta di quotidianità e assurdità.
Tu, la tua nebbia e le tue zanzare,
tu maledetta,
maledettissima
Pavia.
Vostra malinconica
Tramonto a Pavia







mentre dico tristemente addio a Pavia,
città in cui ho vissuto per quattro anni, quasi cinque.


sabato 10 gennaio 2015

Disavventure di una scribacchina #3
Scribacchina distratta



Da un anno a questa parte me ne succedono di tutti i colori.
Così, mentre raccontavo le mie strane esperienze quotidiane alle mie coinquiline, loro mi hanno dato questo consiglio: dovresti farne una rubrica sul blog.
Ed ecco che nasce Disavventure di una scribacchina, che raccoglie tutte le assurdità che la gente mi racconta o mi scrive su Facebook, e tutti i guai che combino per conto mio.

Ok, questa mi è successa mesi fa, ma allora non avevo ancora creato questa rubrica. Spero che mi perdonerete, e spero anche di strapparvi un sorriso


In biblioteca.
Consegno la tessera e la bibliotecaria, leggendo il nome, esclama: "Oh! Ma lei è la scrittrice!".
E io, tutta contenta: "Be', sì..."
Segue un breve dialogo sul libro che ho in cantiere, poi la bibliotecaria prova a registrare il volume che vorrei prendere, ma fa una faccia perplessa e dice: "Mi dispiace, ma ci risulta che lei abbia ancora un libro scaduto."
(Ecco, brava, Agave. Fatti riconoscere come la scrittrice che si dimentica di riconsegnare i libri in biblioteca!)

La vostra distrattissima

sabato 3 gennaio 2015

Di me diranno che ho ucciso un angelo.
Recensione di William Amighetti


Buongiorno, cari lettori! Torna la rubrica dove, come sapete, vi segnalo di volta in volta le recensioni che il mio romanzo ha ricevuto, postando qui poche frasi significative, e rimandando ai rispettivi blog o siti per la recensione completa.

Oggi ringrazio William Amighetti
che scrive per Valseriana News.

Un estratto:

"Sembra che i messaggi racchiusi in 'Narciso' di Hesse, nel 'Piccolo principe' o nella produzione fiabesca di Andersen siano racchiusi in questo piccolo libro scritto con capacità davvero inusuale per un'autrice alla sua prima opera. Se state compilando la lista dei regali da fare il prossimo Natale, ecco, segnatevi su di un post-it questo titolo. Vale la pena."

Potete leggere la recensione completa qui:

 

venerdì 2 gennaio 2015

Lanterne, strada, sogni


Perché il giudizio universale
non passa per le case,
le case dove noi ci nascondiamo,
bisogna ritornare nella strada,
nella strada per conoscere chi siamo.
(G. Gaber, C'è solo la strada)

Questo, mentre faccio i preparativi per l'Erasmus, è il mio primo pensiero dell'anno nuovo.
Mi è venuto in mente a Capodanno, che ho trascorso nel modo che preferisco: con il mio Pirata, con alcuni amici vecchi e con altri nuovi. Siamo stati in casa, tutti a tavola uniti da una cena fenomenale (grazie, Beatrice!), da chiacchiere e discussioni un po' brille. E poi il tanto amato-odiato conto alla
rovescia, i botti e... una nostra tradizione. Le lanterne fluttuanti, quelle fatte di carta velina, fil di ferro e un combustibile che dovrebbe essere illegale. Mentre il mio Pirata cercava di accenderla, un dito ha rischiato di congelarglisi e un altro di prendere fuoco, ma è stato una bellezza quando la lanterna, gonfia gonfia, si è sollevata in cielo e si è confusa tra le stelle.
E io ho pensato a me e al Pirata che, tra qualche settimana, andremo ognuno per la propria strada: io in Erasmus a Stoccolma, lui a Copenaghen. L'immagine che ho del futuro è confusa ma eccitante. Non vedo l'ora di partire.
C'è chi pensa che l'uomo saggio è colui che sa trovare se stesso senza spostarsi dal giardino di casa, ma non posso fare a meno di credere che il coraggio di partire sia essenziale. Chissà che cosa ha provato quella lanterna quando l'abbiamo lasciata andare nel cielo. Mi piace pensare che si sentisse molto triste e oppressa prima, nella sua confezione di plastica, e che poi, quando è volata via, si sia sentita finalmente libera di essere se stessa.
Solo sulla nostra strada possiamo capire chi siamo e in questo 2015 vi auguro di riuscirci.

Buon anno!