Cari lettori, eccomi! Sono stata per un po' lontana da questi lidi perché la vita di studentessa Erasmus mi ha assorbito. Ritorno perché un un corso che frequento qui all'Università di Stoccolma mi ha dato l'idea per questo post. Si tratta del Corso di scrittura creativa in inglese tenuto dal grande prof. Adnan Mahmutovic.
Una delle prime richieste è stata: illustra il tuo percorso fino ad ora.
Una delle prime richieste è stata: illustra il tuo percorso fino ad ora.
Così mi sono immersa in un breve viaggio all'indietro tra storie lette e immaginate.
E vorrei condividerlo con voi.
Ho iniziato a scrivere quando avevo undici anni. All'epoca, avevo disegnato un pirata a bordo di una nave, e mi venne voglia di raccontare la sua storia. Il piacere stava nello scoprire che cosa sarebbe accaduto dopo. Scrivevo di getto, senza pianificazione, infilando parola dopo parola e capitolo dopo capitolo.
Con gli anni è cambiato il mio approccio alla scrittura perché è cambiato quello alla lettura. Alla lettura per divertimento è subentrata la lettura per necessità. Con l'adolescenza ho cominciato a leggere per capire qualcosa di me stessa, per riflettere in modo più profondo e costruttivo sulle cose. La mia scrittura si è modificata di conseguenza e sono passata dal narrare avventure in luoghi immaginari al raccontare il mio mondo interiore.
Così è nato il mio primo romanzo, Di me diranno che ho ucciso un angelo, scritto quando avevo sedici anni e revisionato, riscritto, risistemato a lungo finché nel 2013 non è stato pubblicato da Rizzoli.
In quel periodo ho ampliato le mie letture. Ho scoperto i classici dell'800 e del '900. Amo soprattutto, di questi periodi, la letteratura italiana, inglese e russa. Tolstoj per la capacità di dipingere i sentimenti e i movimenti dell'animo umano; Bulgakov per l'intelligenza e la follia; Wilde per lo stile vibrante e intenso e la stupenda capacità di cesellare frasi; Hemingway perché centra l'essenza delle cose. Virginia Woolf sopra tutti. Amo il suo stile, preciso e profondo, fluido. Ha la sua capacità di essere lucida e di essere al tempo stesso piena di echi e svolte inaspettate.
Tra gli autori italiani, i miei preferiti sono di sicuro Elsa Morante e Italo Calvino. La prima perché i suoi romanzi, soprattutto L'isola di Arturo, sanno essere pieni al tempo stesso di grazia e di tragedia. Calvino è un maestro nel creare ingranaggi che funzionano alla perfezione. I suoi libri non sono pageturners, ma ciò che affascina è il ragionamento che sta dietro a ogni romanzo. Mi piacciono i libri che riflettono la realtà e cercano di penetrarvi.
Certo, a volte anche io amo perdermi in una bella storia, farmi affascinare da personaggi, luoghi, situazioni. Dall'intreccio e dalla voglia di sapere come va a finire. A questo proposito, ammiro autori come Ian McEwan e Umberto Eco che sanno coniugare uno stile impeccabile e un freddo ragionamento alla capacità di creare storie irresistibili. Come dice lo stesso Ian McEwan, nessun autore, neanche il più freddo e cerebrale, resiste alla tentazione di lasciarsi trasportare da una storia piacevole.
Emma Watson |
Forse per questo ho scoperto, o meglio riscoperto, i racconti per ragazzi e soprattutto le fiabe. Negli ultimi anni ho riletto con un occhio diverso i romanzi che mi avevano incantato da bambina. L'isola del tesoro, Peter Pan, Alice nel Paese delle Meraviglie, Momo, La Storia Infinita, Il Piccolo Principe, e molti altri. La lettura da una diversa ottica è stata possibile dopo alcuni interessanti saggi, come quelli di Propp e Bettelheim, che analizzano il significato psicologico e antropologico delle fiabe. Ho scoperto così un altro mondo, non meno complicato rispetto alle storie “per adulti”, ma solamente con un linguaggio diverso.
Questo linguaggio, questo “codice di interpretazione” mi ha affascinato a tal punto che ora scrivo soprattutto racconti fiabeschi, uno dei quali, come sapete, è stato pubblicato sul "Corriere della Sera", e sto lavorando a un altro romanzo per bambini che ha già suscitato l'interesse di Rizzoli.
Ma non vorrei fossilizzarmi su un genere e su un target. Come scrittrice mi piace sperimentare, cambiare e aggiornarmi. Non vedo l'ora di scoprire quale sarà la prossima forma che le mie parole assumeranno.
Wow! Bella la tua storia. È vero sai, anche io mi sono interiorizzato con le mie letture, e in particolare con i romanzi di Carlos Ruiz Zafon, Kim Edwards e Fred Vargas. E il loro stile mi ha fatto venire voglia di scrivere. Ti auguro di continuare sempre così, adorabile ragazza.
RispondiEliminaGrazie per il tuo commento. :) Già, le letture sono il motore della scrittura: non riuscirei proprio a scrivere se non leggessi molto e in maniera sempre più attenta.
RispondiEliminaA rileggerti!