Buongiorno, cari lettori!
Come vi avevo annunciato in questo post, quando viene dicembre... si può incontrare un angelo. Ecco infatti una mini-rubrica adatta sia a chi conosce sia a chi non conosce ancora il mio romanzo d'esordio, edito l'anno scorso da Rizzoli.
"Quando si incontra un angelo" sarà composta da sei brevi post in cui approfondirò (senza spoiler!) i personaggi principali del libro, aggiungendo citazioni, curiosità e... gli attori che potrebbero prestar loro i volti.
La prima tappa ha visto protagonista Aurora.
La seconda La signora della foresta
Eccoci dunque al terzo incontro...
La seconda La signora della foresta
Eccoci dunque al terzo incontro...
SERA
Sera è Liv Tyler |
Un canto fra tutti, come è facile immaginare, mi aveva colpito: quello di Paolo e Francesca. All'epoca pensavo che la loro non fosse una punizione. Che cosa poteva esserci di meglio, infatti, che stare per sempre abbracciati all'uomo tanto amato?
Posso dire in tutta onestà che da questo pensiero - o meglio da questa immagine - è nata Sera.
Sera è una demone e i demoni, in Di me diranno che ho ucciso un angelo, non sono da intendere in senso religioso. Come gli angeli rappresentano l'assenza di emozioni, così i demoni sono creature terrene che vivono le emozioni in modo sfrenato, totalizzante, folle. Si fanno trascinare dalla tempesta.
Sera è il motivo per cui l'angelo senza nome - di cui vi parlerò nell'ultima tappa di questa mini-rubrica - cade sulla terra. Gli angeli, nel romanzo, sono stelle appese alla notte e osservano la terra senza fare nulla. Esistono, senza vivere. L'angelo della nostra storia, ad un certo punto, incrocia lo sguardo della demone Sera e, attratto da lei, cade.
Precipita nella foresta dove vive la demone.
Ed è lì che si incontrano per la prima volta, nel secondo capitolo del romanzo, mentre lui è addormentato e lei si avvicina, curiosa e titubante.
La demone si avvicinò di più all'angelo. Gli sfiorò il manto di piume. Erano soffici e inconsistenti, come l'aria, come l'anima.Guardò il volto dell'angelo.C'era qualcosa di dolce in quel viso addormentato; qualcosa di puro che lo faceva assomigliare a un bambino sperduto; e qualcosa di impenetrabile, che lo rendeva così lontano, immerso al di fuori del tempo, perso in un segreto dove lei non poteva raggiungerlo. Gli sfiorò il viso e sentì di amarlo come i viaggiatori amano le stelle, con quella forza dolce e misteriosa che unisce due cose che sono, per natura, irrimediabilmente lontane.
(Da Di me diranno che ho ucciso un angelo, Rizzoli, p. 24)
***
E voi cosa ne pensate? Aspetto i vostri commenti!
Intanto vi lascio le
date delle prossime tappe di questa mini-rubrica:
16 dicembre - Argento
18 dicembre - Il frate
Sai, mi piace questa contrapposizione tra angelo che non prova e demonio che trasforma i sentimenti in un putiferio. E poi quando parli di stelle appese alla notte è molto poetico. Un mix di stile che ti rende affascinante, cara Gisella. Ciaooo
RispondiEliminaGrazie, Ali di seta. Che piacere ritrovarti ancora qui. :) Sono felice che il mio stile ti piaccia.
RispondiEliminaAlla prossima! ;)