lunedì 21 ottobre 2013

[Recensione] Novemila giorni e una sola notte

Ho raccolto ogni parola come una perla, per poi infilarle l'una dietro l'altra nelle mie notti solitarie, di ritorno a Skye.

Titolo: Novemila giorni e una sola notte
Autrice: Jessica Brockmole
Editore: Nord
Prezzo: Euro 16,00
Pagine: 334

TRAMA

Margaret non sa perché Elspeth, sua madre, si sia sempre rifiutata di rispondere a qualsiasi domanda sul suo passato, limitandosi a mormorare: «Il primo volume della mia vita è esaurito», mentre gli occhi le si velavano di malinconia.
Eppure adesso quel passato ha preso la forma di una lettera ingiallita, l’unica che Elspeth ha lasciato alla figlia prima di andarsene da casa, così, improvvisamente, senza neppure una parola d’addio.
Una lettera che è l’appassionata dichiarazione d’amore di uno studente americano, David, a una donna di nome Sue. Una lettera che diventa, per Margaret, una sfida e una speranza: attraverso di essa, riuscirà infine a svelare i segreti della vita di sua madre e a ritrovarla?
Come fili invisibili, tirati dalla mano del tempo, le parole di David conducono Margaret sulla selvaggia isola di Skye, nell’umile casa di una giovane poetessa che, venticinque anni prima, aveva deciso di rispondere alla lettera di un ammiratore, dando inizio a una corrispondenza tanto fitta quanto sorprendente.
La portano a scoprire una donna ostinata, che ha sempre nutrito la fiamma della sua passione, che non ha mai permesso all’odio di spegnerla. La guidano verso un uomo orgoglioso, che ha sempre seguito la voce del suo cuore, che non si è mai piegato al destino.
Le fanno scoprire un amore unico, profondo come l’oceano che divideva Elspeth e David, devastante come la tragedia che incombeva su di loro, eterno come i novemila giorni che sarebbero passati prima del loro incontro…



Piccola scrittrice solitaria che un giorno ricevi la lettera di un giovane ammiratore, cosa fai se all'improvviso capisci che le parole di lui possono toccare la tua anima? Forse cominci a pensare che il mare che vi separa non fa più tanta paura...
Novemila giorni e una sola notte è la storia di come le parole di una poetessa abbiano saputo raggiungere un ragazzo americano, e di come le lettere del ragazzo abbiano saputo smuovere qualcosa nei sentimenti della poetessa.
Al lettore sembra di spiare timidamente, e poi di immergersi a capofitto, in questo amore che nasce piano piano come una lunga opera sofferta, eppure spontaneo come una poesia.

Mi sono lasciata trascinare dai caratteri di Sue e David, la cui intensità è percepibile attraverso la diversità dei loro stili. Le lettere di Sue sono fredde e formali, ma contententi un'intelligenza brillante e discreta; e si vede anche, tra le righe, una dolcezza insicura, un raccontarsi senza svelarsi mai.
Le lettere di David, al contrario, sono frizzanti, piene di ironia irresistibile. Mi è venuta voglia di conoscerlo, questo ragazzo, di abbracciarlo, corrergli incontro e scompigliargli i capelli prima di baciarlo.

Al contrario, le lettere di Margaret e Paul non sono così bene caratterizzate: scorrono con uno stile omogeneo e mononotono, e si vede che sono state scritte per rattoppare i buchi del tempo, per colmare le lacune di silenzio, per far procedere la storia. Margaret, infatti, la figlia di Elspeth che sta indagando sul passato di sua madre, scrive a Paul, che è in guerra, ma non gli chiede quasi mai come sta, se ha mangiato, se è ferito: lo tiene aggiornato sulle proprie indagini. Così il lettore può ricostruire il puzzle, incastrando i tasselli di passato e presente, ma non può affezionarsi a Margaret e a Paul come si è affezionato a David e a Elspeth.

Ed è inevitabile appassionarsi alle vicende di questi ultimi, oppressi prima da paure personali, poi dal grande vortice della guerra. Le loro storie si intrecciano a quelle di molti personaggi, dando vita a un quadro complesso dove non mancano i colpi di scena. Come non mancano i momenti di passione. Perché un conto è innamorarsi delle parole di qualcuno, un altro di una persona vera, viva, non fatta di carta e inchiostro, ma di carne a sangue. E con cui è facile che ti venga voglia di fare l'amore, se aspetti quella notte da novemila giorni.

6 commenti:

  1. Molto poetica la tua recensione, bella! :-) Concordo su Margaret, se fosse stata più approfondita avrebbe "bucato" il libro maggiormente.
    Erika

    RispondiElimina
  2. Grazie, Erika! Mi fa piacere che la recensione ti sia piaciuta, e che concordiamo su Margaret! A presto! :)

    RispondiElimina
  3. Bella recensione! Devo dire che questo libro mi ha subito incuriosito e ho voglia di leggerlo, quindi spero di riuscirci presto! ^.^

    RispondiElimina
  4. Aspetto di leggere la tua opinione, Frannie. ^^

    RispondiElimina
  5. Sto leggendo proprio ora questo libro e per il momento, non posso che concordare con quanto scrivi.
    Le lettere di David ed Elspeth sono passionali, colme di amore e paura per la guerra, al contrario di quelle scambiate tra Margaret e Paul, che appaiono davvero fredde.
    Ottima recensione!

    RispondiElimina