venerdì 2 gennaio 2015

Lanterne, strada, sogni


Perché il giudizio universale
non passa per le case,
le case dove noi ci nascondiamo,
bisogna ritornare nella strada,
nella strada per conoscere chi siamo.
(G. Gaber, C'è solo la strada)

Questo, mentre faccio i preparativi per l'Erasmus, è il mio primo pensiero dell'anno nuovo.
Mi è venuto in mente a Capodanno, che ho trascorso nel modo che preferisco: con il mio Pirata, con alcuni amici vecchi e con altri nuovi. Siamo stati in casa, tutti a tavola uniti da una cena fenomenale (grazie, Beatrice!), da chiacchiere e discussioni un po' brille. E poi il tanto amato-odiato conto alla
rovescia, i botti e... una nostra tradizione. Le lanterne fluttuanti, quelle fatte di carta velina, fil di ferro e un combustibile che dovrebbe essere illegale. Mentre il mio Pirata cercava di accenderla, un dito ha rischiato di congelarglisi e un altro di prendere fuoco, ma è stato una bellezza quando la lanterna, gonfia gonfia, si è sollevata in cielo e si è confusa tra le stelle.
E io ho pensato a me e al Pirata che, tra qualche settimana, andremo ognuno per la propria strada: io in Erasmus a Stoccolma, lui a Copenaghen. L'immagine che ho del futuro è confusa ma eccitante. Non vedo l'ora di partire.
C'è chi pensa che l'uomo saggio è colui che sa trovare se stesso senza spostarsi dal giardino di casa, ma non posso fare a meno di credere che il coraggio di partire sia essenziale. Chissà che cosa ha provato quella lanterna quando l'abbiamo lasciata andare nel cielo. Mi piace pensare che si sentisse molto triste e oppressa prima, nella sua confezione di plastica, e che poi, quando è volata via, si sia sentita finalmente libera di essere se stessa.
Solo sulla nostra strada possiamo capire chi siamo e in questo 2015 vi auguro di riuscirci.

Buon anno!


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