lunedì 27 ottobre 2014

[Pensieri su...] Il giovane favoloso

Incantata dal Giovane favoloso per molti motivi, dalla correttezza e dall'accuratezza della ricostruzione storica e filologica, alla colonna sonora, alle interessanti scelte registiche, alla straordinaria bravura degli attori.

Per quanto riguarda la biografia del grande poeta, ritroviamo gli elementi del Leopardi che tutti abbiamo conosciuto a scuola. L'infanzia che rivela il suo genio precoce e la conseguente sensazione di solitudine, nonostante il profondo affetto dei fratelli; la madre che sembra una cattiva di fiaba; il padre che è un padre-padrone affettuoso e il cui affetto rende più dura e insopportabile la prigionia del figlio in quella Recanati bellissima ma chiusa e sorda nei confronti del mondo; il tormento della malattia; il giudizio cieco dei contemporanei.

Ma c'è anche molto di più. Questa pellicola traccia il ritratto di un Leopardi non solo malinconico e triste, ma appassionato, pieno e bisognoso d'amore, come raramente viene dipinto e come la straordinaria abilità di Elio Germano riesce a portare in vita. Vediamo un Leopardi che vive degli abbracci ricambiati dei fratelli e dell'amore sempre sospirato e mai avuto, vissuto sempre ad occhi chiusi, nello spazio infinito dei propri pensieri.

Amava ad occhi chiusi, senza vedere chi fosse l'amato. Non c'è favola più bella che Amore e Psiche.
Giacomo a Fanny

In questo nastro di riflessioni, che non ha la pretesa di essere una recensione critica e approfondita al film, una menzione speciale la merita però Elio Germano, perché per quel paio d'ore, ed è stato notato da molti, Elio Germano è Leopardi. Intenso negli sguardi, splendido nella recitazione dei propri versi, feroce nello scagliarsi contro gli intellettuali che nei suoi scritti vedevano la malinconia e non la forza, struggente nella tensione tra un desiderio illimitato e la consapevolezza dei propri limiti, Giacomo Leopardi doveva essere proprio così.
Un Giacomo sempre alla finestra, a guardare una Silvia dagli occhi ridenti e fuggitivi, un paesaggio che non lo rispecchia e un mondo che non lo comprende, una luna che è sempre più lontana. Ma che lui non smette di guardare, e di interrogare, perché è la verità, sta nel silenzio della luna, perché se la luna rispondesse, verrebbe meno il senso del nostro essere umani.


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