martedì 14 gennaio 2014

[Recensione] Apocalisse

Buongiorno a tutti!
In questi giorni lo studio matto e disperatissimo mi rende difficile leggere se non per svago, ma ecco che oggi mi viene in soccorso uno strano individuo (chi sarà il misterioso Ginkgo Biloba?) che scrive una recensione un po' diversa dal solito. L'opera che vi presentiamo oggi è l'ultima splendida creazione dell'artista Paolo Barbieri.


Autore: Paolo Barbieri
Titolo: Apocalisse
Editore: Mondadori Chrysalide
Pagine: 112
Prezzo: 22,00 euro

DESCRIZIONE:

Nell’Apocalisse – il più fantastico e immaginifico tra i libri della Bibbia – all’apostolo Giovanni vengono rivelati i destini ultimi dell’umanità e del mondo attraverso visioni soprannaturali: proprio l’Apocalisse ha ispirato Paolo Barbieri, che con il suo tratto incisivo, potente e audace interpreta perfettamente il linguaggio biblico con immagini dense di dettagli accuratissimi ma anche capaci di emozionare e sorprendere.
Cavalieri con armature di fuoco su cavalli scultorei, donne vestite di abiti regali adagiate su lugubri troni, draghi dalle sette teste e cavallette dai denti leonini, sconvolgimenti cosmici, flagelli, piaghe inimmaginabili e spiriti immondi: nelle sue tavole accese da colori infuocati e da uno stile inimitabile, l’autore dà nuova vita a Babilonia, alla Gerusalemme celeste e allo scenario degli ultimi desolati giorni dell’umanità. A supporto del lettore, ciascuna tavola è accompagnata dai versetti che l’hanno ispirata.



L'impresa è ardua: confrontarsi con uno dei testi più enigmatici e discussi della storia, ricco di immagini simboliche, numeri mistici, bestie ed angeli, che da sempre affascina e pone interrogativi a chi lo legge.
Paolo Barbieri raccoglie coraggiosamente la sfida mettendo in campo le sue doti di inventore di mondi immaginari per riuscire a concretizzare al meglio le immagini bibliche.

Il libro è strutturato come una raccolta di citazioni ordinate dell'Apocalisse con l'illustrazione a fianco o nella pagina successiva. I brani che hanno ispirato l'artista sono molti, e vanno dai famosi quattro cavalieri a immagini meno conosciute, come le rane che escono dalla bocca del drago (imperdibili!).
Sono presenti sia bozzetti in chiaroscuro sia immagini colorate nelle quali risaltano i toni accesi e i forti contrasti cromatici, con un utilizzo di rossi/arancio molto saturi.

Accanto alla vena chiaramente fantasy che caratterizza alcuni disegni (soprattutto gli angeli, i draghi e i demoni) e che contraddistingue lo stile di Barbieri, c'è una scelta stilistica molto interessante: la fusione.
L'Apocalisse è infatti per l'artista un evento di generale confusione e amalgama di tutte le cose, che potranno così avere una seconda nascita (e una seconda morte? Ap. 20,14). Cessano di esistere i punti di riferimento (molte le inquadrature oblique) e i confini tra le cose, che si sfaldano e si mescolano l'una con l'altra. Dagli sfondi caliginosi emergono simboli di morte (come le nuvole nella tavola della seconda tromba e altre), incubi indistinti, demoni guerrieri, fauci, occhi e lame, magistralmente mescolati con gli elementi naturali: fuoco, terra, acqua e cielo. La bestia che viene dal mare diventa così essa stessa un turbine oceanico, e quella che viene dalla terra è fatta di rocce e lava.



I quattro cavalieri sono uniti sia alla propria cavalcatura, sia all'oggetto che li contraddistingue. Nella figura si può notare come Guerra abbia il braccio fuso con l'enorme spada e le sue gambe siano parte del corpo del destriero rosso. Cavallo e cavaliere, personaggio e funzione sono un tutt'uno. Anche gli angeli subiscono lo stesso destino e le stesse mutazioni: l'angelo della terza coppa è fatto di sangue e quello della terza tromba è la continuazione della montagna rocciosa sottostante. Molto bella è l'immagine dell'angelo Michele in scintillante armatura, con le piume trasformate in lame.

Uno dei punti di forza di questo libro è l'accostamento di una grande fantasia con un accurato rispetto del testo (ebbene sì: sette teste e dieci corna! Contare per credere) anche quando esso risulta di difficile rappresentazione, come ad esempio le cavallette con code da scorpione, capelli femminili e denti leonini.

Insomma, una bella scusa per conoscere meglio un testo criptico e difficile e un invito da parte di uno dei maestri dell'illustrazione italiana a non porre limiti alla propria immaginazione.

IL DETTAGLIO: Uno dei seguaci di Morte, il cavaliere verde, ha la testa di uno squalo martello, e ricorda uno dei personaggi della ciurma di Davy Jones in Pirati dei Caraibi.



Recensione a cura di Ginkgo biloba

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