Scena surreale in libreria.
Una signora anziana, dalla voce molto alta, nel reparto ragazzi. Seguita a ruota da un commesso che pigola esili informazioni. La signora non bada a lui, ma passa in rassegna gli scaffali. Sceglie i libri a colpo d'occhio. Senza nemmeno aprirli. Li afferra e se li mette sotto braccio. Poi ci ripensa e li mette giù. Poi li prende ancora.
Il commesso annuisce sempre e dice: "Ci sarebbe anche questo, e poi questo..."
Ma la signora è poco interessata: "No, guardi - dice - Diario di una schiappa sembra simpatico, eh, ma non fa molto Natale. Ci vorrebbe qualcosa di più carino, con più atmosfera..."
Ora, eviterò di lanciarmi in un O tempora, o mores! e mi limiterò a rivelare il maggior paradosso dell'editoria italiana: chi compra i libri non li legge (lo avevo già anticipato in questo post). Ci sarebbe da fare un lungo discorso, ma ragioniamo su questa signora che ho visto ieri alla Feltrinelli di Pavia, nella sezione ragazzi.
Lasciatemi almeno dire che trovo strana l'idea di una donna che compra i libri per i suoi nipotini con la stessa mentalità con cui sceglierebbe una bambola o un soprammobile: solo perché sono carini.
Intendiamoci: i libri sono oggetti. Sono fatti di carta, hanno un peso e un costo, hanno una copertina che li rende attraenti. Ma i libri - non è banale? - si suppone vengano regalati a un bimbo perché lui li legga. Quindi chi lo compra dovrebbe avere idea del contenuto. Dareste mai in mano a vostro figlio di 10 anni il sostanzioso volume di Guerra e pace?
Un paio di consigli, dunque.
Per cominciare, non scegliete un romanzo per la copertina, né perché lo avete visto nelle prime posizioni delle classifiche dei libri più venduti.
Per cominciare, non scegliete un romanzo per la copertina, né perché lo avete visto nelle prime posizioni delle classifiche dei libri più venduti.
Regalate solo i libri che avete già letto e amato. E comprateli nuovi in libreria.
In questo modo, farete due ottimi favori.
Il primo all'autore del romanzo in questione, che riceverà un segno tangibile del vostro apprezzamento.
Il secondo favore lo farete al vostro amico, alla vostra fidanzata, a vostro figlio o vostra figlia, ai vostri genitori, insomma alla persona che riceverà il regalo. Il motivo per cui amiamo un romanzo è perché contiene un'immagine, un personaggio, una storia che in qualche modo parla di noi. Che rappresenta chi siamo, come eravamo, ciò che abbiamo paura di diventare o ciò che, purtroppo, non saremo mai. E la letteratura ha il potere di rendere questa immagine universale. Come scrive Borges, "L'immagine che un solo uomo può formare non tocca nessuno".
Il nostro amico, figlio, fratello, fidanzato, nelle pagine che gli regaleremo, troverà noi, ma anche un po' se stesso.
Ditemi se questa non è una magia di Natale.
A rileggervi,
Gisella
Quanto hai ragione...
RispondiEliminaOra che Natale è passato, posso dirlo. Sono stata felice perché diversi lettori mi hanno mandato un messaggio su Facebook dicendo che avrebbero regalato il mio libro, che avevano amato, a un amico (o a un'ex fidanzata per riconciliarsi con lei, addirittura!). Non c'è stata soddisfazione più grande per me, questo Natale.
RispondiElimina