martedì 31 maggio 2016

Matteo Bussola
Diario di una paternità poetica


«Di lavoro faccio il padre. Di professione disegno i fumetti. Per passione, scrivo».

Comincia così Notti in bianco, baci a colazione (Einaudi). Il primo libro di Matteo Bussola è il diario di una paternità. La sua, poetica e totalizzante.

Bussola, fumettista per la Sergio Bonelli, lavora in casa. Si occupa delle figlie insieme alla compagna Paola, tra giochi, pappe, spesa, compiti. Lei è scrittrice, lui ha cominciato a scrivere per gioco, raccontando su Facebook, giorno dopo giorno, momenti della vita in famiglia

C'è la figlia maggiore, Virginia, sempre con le cuffiette dell'iPod nelle orecchie. C'è la piccola Ginevra con le sue grandi domande. C'è Melania e il suo linguaggio fatto solo di vocali. E c'è l'amore per Paola, da tenere insieme con un elastico per capelli. Sullo sfondo, cassiere che leggono Bukowski, cani insopportabili e buffi, belle signore che nascondono un triste fondo di razzismo. E tanto altro.

Gli status su Facebook in pochi mesi diventano virali. Apprezzati e condivisi, ottengono centinaia e poi migliaia di like. Soprattutto signore, ma anche uomini, che creano attorno a quei post una comunità di affezionati lettori che continua a crescere.

Matteo Bussola
Piace a tutti quest'uomo che rifiuta di essere un padre assente per farsi osservatore delle tre vite che culla. 
Piace perché nelle sue parole ci sono cose vere, nulla è inventato? 
Non solo. 
Ciò che più colpisce non è la figura di padre autorevole e non autoritario, che è sempre più diffusa. Non è la condivisione del privato, che è il principio su cui si basano tutti gli utenti di Facebook e non basta per distinguersi. 
Ciò che affascina è la delicata precisione con cui Bussola sa raccontare qualsiasi cosa. C'è, nel suo modo di scrivere, una poesia che trasforma gli status su Facebook in momenti di universale quotidianità. Una cura delle parole che rende prezioso l'attimo più comune e riempie tutto di una bellezza sospesa. Persino le notti insonni. Persino le incertezze e la paura di essere inadeguato a questo nuovo ruolo di padre, diverso dallo stereotipo tradizionale. 

Si resta così incantati dal racconto intimo e ironico di una paternità vissuta «tra la responsabilità e l'abbandono», «tra la forza e la tenerezza», come si legge nel libro del fumettista-padre-scrittore. Lui che sa scoprire,

«i privilegi degli uomini quando hanno a che fare con la propria maternità. Stringere un pianto al proprio petto, ascoltarlo andarsene ed essere sostituito da un sonno prima irrequieto e poi profondo. Quel che le madri non sospettano è che quando i padri si alzano alle tre di notte per coccolare i figli non è per fare i gentili, né per lasciarle dormire. È solo per recuperare il senso».